martedì 7 luglio 2015

Investire nelle Assicurazioni

Cos'ha l'attività assicurativa di diverso rispetto a tutti gli altri tipi di attività? Per legge, prima incassa i premi e poi eventualmente risarcisce i propri clienti.

Questo è molto interessante a mio avviso, soprattutto per due motivi. Primo, se l'assicurazione è brava a stimare la frequenza dell'accadimento dei sinistri, la loro probabilità, e l'esborso medio di ogni sinistro, allora potrebbe davvero creare valore per gli azionisti. Secondo, se ha un vantaggio competitivo di qualche tipo (su qualche tipologia di polizza, in qualche mercato specifico, ecc...) può più che stabilizzare i propri ricavi per tipologia di prodotti, se riesce a spalmare su un determinato numero di clienti i futuri pagamenti dei sinistri.

Se si riuscisse a trovare un'impresa assicurativa di questo tipo, con un prezzo di mercato sottostimato rispetto al valore intrinseco e che abbia un progetto industriale di lungo periodo mirato al mantenimento del vantaggio competitivo, potrebbe davvero essere un ottimo deal per un'investitore. Oltretutto, nel caso sia così brava da staccare dividendi per buona parte degli anni, continuando comunque ad investire per la protezione del proprio vantaggio competitivo, o meglio, per la ricerca e lo sfruttamento di nuovi vantaggi competitivi, sarebbe davvero davvero un ottimo affare. In questo modo si sfrutterebbero i flussi di cassa indirizzati verso gli azionisti e il guadagno in termini di capital gain, nel momento in cui il mercato comincia a riconoscergli il suo vero valore. Questo "doppio" beneficio ha due facce. Da una parte si sfruttano i flussi di cassa in entrata, investendoli in eventuali nuovi progetti che si possono presentare nel frattempo e magari anche migliori, in termini di ritorno sul capitale investito, di quello in questione. Dall'altra, abbiamo parte del nostro capitale investito in un progetto che continuerà a erogare flussi e che aumenterà di valore nel lungo periodo.

In un progetto del genere, il rischio dell'investimento viene notevolmente ridotto. Il fatto di investire nell'impresa assicurativa sottostimata mi permette di avere un margine di sicurezza e se il vantaggio competitivo è solido, può battere i concorrenti all'interno del suo settore.

Il problema qual'è? In un momento storico come questo, caratterizzato da bassi tassi di interesse, le quotazioni sono molto alte e probabilmente parecchio al di sopra dei fondamentali. Quindi può essere davvero difficile riuscire a trovare affari del genere.

Queste riflessioni, sono nate per uno specifico motivo. Leggendo, ho scoperto che Warren Buffett si è lanciato sull'attività assicurativa in torno al 1967, circa cinque anni dopo la nascita della sua holding e questa attività ha preso sempre più piede all'interno del suo business, fino a diventare uno dei maggiori riassicuratori mondiali. In un settore come questo oltre alla legge dei gradi numeri ed a calcoli matematici, a mio avviso, ci vogliono anche altri fattori. Un'ottima capacità di stima di ciò che si va ad assicurare potrebbe essere l'asso migliore, ma ditemi se sbaglio: se riesco ad avere un giro d'affari in crescente aumento, senza far crescere i rischi in modo proporzionale, potrebbe creare molto più valore. Come potrebbe essere fatto? Probabilmente specializzandosi su un qualche prodotto assicurativo in modo da avere una clientela così ampia e diversificata da poter chiudere una sorta di circuito dei premi-pagamenti e diversificare per tipologia di cliente. Quindi specializzazione di prodotto, diversificazione di clientela.

Vorrei aggiungere una cosa. Ormai è diventata obbligatoria un'assicurazione per molte tipologie di cose. Allo stesso tempo molte imprese e persone desiderano assicurarsi, per loro scelta, dalla possibile perdita, patrimoniale o reddituale, in seguito a determinati eventi. Con l'apertura al movimento dei capitali degli inizi anni '90 molte imprese si sono avventurate oltre confine con lo scopo di crescere, svilupparsi, integrarsi e diventare transnazionali ampliando il proprio portafoglio clienti anche per nazione. Questo determina un notevole aumento del rischio, soprattutto per le piccole-medie imprese. La possibilità di assicurarsi in merito ad una determinata transazione, per esempio se sono un fornitore di un cliente estero e mi assicuro in merito al pagamento, permette notevoli vantaggi. Permette di programmare i flussi di cassa in entrata ed in uscita e questo diventa davvero importante nel momento in cui si avvia un progetto che comporta stress finanziario. Per l'impresa di assicurazione, invece, permette di diversificare il portafoglio clienti in più paesi e, dato che questi tipi di rapporti sono di medio-lungo termine, permette di creare una relazione duratura con un nuovo customer, in modo da creare valore nel lungo periodo. Il rapporto di fiducia, se solido, va a vantaggio di entrambi e dell'economia in generale.

Concentriamoci sull'impresa di assicurazione. Una tipologia di business di questo tipo permette davvero di operare a livello multinazionale e, se ci fosse un qualche vantaggio competitivo altamente difendibile, personalmente comprerei un bel pacchetto azionario dell'assicurazione in questione, anche se il prezzo fosse già in linea con i fondamentali o poco sopra. Nel caso in cui il management si comportasse come un'azionista, essere un shareholders di un'impresa del genere potrebbe davvero portare a risultati eccellenti. Ciò implicherebbe essere proprietari di un pezzetto di azienda con un vantaggio competitivo difendibile, che opera su più mercati e che potrebbe generarmi flussi di cassa continui durante tutto il periodo del mio investimento.

Questo è solo il pensiero di uno studente di finanza che sta cercando qualcuno che gli faccia capire se ragiona nel modo giusto, qualcuno con idee opposte e ben motivate da mostrargli il lato opposto della medaglia. Quindi solo il pensiero di un ragazzo che ha la pretesa di raccontare in un blog cosa farebbe se...



Lo studente, Matthew shod

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